Riprendo a scrivere la nostra vicenda oggi 25 febbraio 2014

Oggi 25 febbraio 2014, dopo 4 anni, riprendo a scrivere in questo mio Blog, tutti gli accadimenti successivi alla incredibile vicenda che ha subito la mia famiglia.

Qui sotto una prova inserisco ( poi magari toglierò) Rif. A e B

Rif 1317 A e B assieme 17 02 2014

Rif 1317A e B assieme 17 02 2014

Rif. 1317A Per Dr.ssa Giuseppina Valente Dr. Francesco Cipri Dr. Massimo Santarelli15-feb-2014 19:19
Da:       pizzornomario@virgilio.it   (pizzornomario@virgilio.it)             
A:       
Allegati:           
6 File Scaricali tutti   Lettera 2 contro raccomandata DEL 08 10 2012.pdf (64.9 KB);  pizzorno _1_.pdf (140.5 KB);  Interrogazione Parlamentare Pedica 408094 del 02 08 2012.jpg (78 KB);  mail chiave sindaco 2010.png (61.8 KB);  Esposto Doglio pag 1.jpg (35.9 KB);  Esposto Doglio pag 2.jpg (20.3 KB);

 Ronco Scrivia ( Genova ) 15 febbraio 2014 ore 19,00 circa


Oggetto: Rif. 1317A



Buongiorno Dr.ssa Giuseppina Valente, Dr. Francesco Cipri, Dr. Massimo Santarelli, vi scrivo in quanto avrei necessità di essere prima informato e poi indirizzato e assistito verso il giusto iter che permetterà alla mia famiglia di ottenere Giustizia per i reati commessi, a nostro discapito, da alcuni preposti Istituzionali Italiani.

Dal 2010 sono state perpetrate varie ingiustizie contro la mia famiglia, da persone dello Stato Italiano, purtroppo, addette alla tutela dei vulnerabili!

Tutte le molteplici situazioni che illustrerò nel seguito di questa mia ( di cui alcune probabilmente potrebbero configurarsi come discriminatorie ), hanno creato, secondo me, notevoli disagi al nostro nucleo famigliare e ingenerato soprattutto sulla mia persona un grave danno biologico, oltre a quello morale. Tutta questa sommatoria di situazioni, questo coacervo di frangenti (che cercherò di spiegare meglio con altre lettere e anche per telefono),  hanno indubbiamente dato origine ad una serie di disagi per tutta la nostra famiglia e per di più offeso la nostra Reputazione, il nostro Onore.

Nella nostra incredibile vicenda  probabilmente ci sono state delle omissioni, degli interventi tardivi, forse vessazioni, dispetti, oltre a veri e propri reati che si potrebbero individuare nell’elenco seguente: violazione dei diritti umani, ingiuria grave, omissione di atti di ufficio, falso ideologico, diffamazione, calunnia e forse altri che però si intrecciano con individui non Istituzionali.



Nel corso di tutta la vicenda ho percepito, ho avuto la netta sensazione,  in vari episodi ( mi riferisco, per esempio, alla denuncia della moneta della barista Rivara… , al Repetto Cristhian, all’incontro con il vicesindaco sul pianerottolo del Municipio, di quel signore che mi telefonò…, etc, etc), che ci fosse un accordo fra più persone…



Quindi, sarebbe importante anche valutare un ipotetico reato da art 110 c.p., perché se in futuro, con il vostro aiuto, un Giudice dovesse sentire tutte le mie dichiarazioni, poi incrociare gli innumerevoli vari avvenimenti, interrogare, per esempio, il calunniatore certo di mio figlio e altri soggetti coinvolti nella intera globale vicenda, potrebbe forse configurarsi un reato contro la nostra famiglia effettuato da due o più persone in concorso.

Non è certamente compito mio dirimere una situazione così complicata, io però posso raccontare i fatti, spesso avvalorati da copiosa inconfutabile ( vi allego denuncia contro assistente sociale Elena Doglio, e-mail inviata al sindaco Simone Franceschi nella quale chiedevo una toilette, la Interrogazione Parlamentare del senatore Stefano Pedica, la lettera del 08 ottobre 2012 apparentemente del mio sindaco e la mia risposta inviata con raccomandata al ex ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri) documentazione.





Ribadisco che la vergognosa vicenda che abbiamo dovuto subire è ( per la quale se ci saranno gli estremi chiederò i danni a tutti coloro che con le loro azioni avessero danneggiato la mia persona e la mia famiglia), molto complicata da raccontare per i tantissimi episodi che probabilmente si intrecciano fra loro e che tenterò di spiegarvi telefonicamente a voce e con una seconda mia missiva che avrà, in oggetto, come riferimento il numero 1317B.



Nell’attesa di un vostro gentile riscontro scritto e telefonico vi allego qui sotto due lettere che potranno iniziare a farvi comprendere meglio, soprattutto per le mie scarse capacità di spiegare, la complessa nostra storia.



Cordialmente.



Mario Teodoro Pizzorno.



Contatti: Mario Teodoro Pizzorno, nato a Genova l’11/12/1955 sono residente in Ronco Scrivia

( C.a.p 16019) in provincia di Genova, precisamente  in Corso Italia 36 dal 06 ottobre 2010, prima ho risieduto per circa 20 anni sempre in Ronco Scrivia, però in Via Roma 159 int 3.

Tel casa 0109350166 cell. 3337170176 e-mail : pizzornomario@virgilio.it







P.s Qui vi allego la diffida al mio sindaco e una lettera di mia moglie Maria che chiede Giustizia



Diffida ad adempiere ex art. 328 c.p. comma 2



6-feb-2014 18:41



Da:



pizzornomario@virgilio.it   (pizzornomario@virgilio.it)







A:






Cc:



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Allegati:



2 File Scaricali tutti   Interrogazione Parlamentare Pedica 408094 del 02 08 2012.jpg (78 KB);  mail chiave sindaco 2010.jpeg.png (61.8 KB);







 Ronco Scrivia 06 febbraio 2014



Al Sindaco del Comune di Ronco Scrivia ( Ge) signor Simone Franceschi.



e.p.c. Al Prefetto di Genova dott. Giovanni Balsamo



e.p.c. Al Difensore Civico regionale dott. Francesco Lalla



Oggetto: Diffida ad adempiere ex art. 328 c.p. comma 2



Il  sottoscritto Mario Teodoro Pizzorno, nato a Genova l’11 dicembre 1955 e residente a Ronco Scrivia in Corso Italia 36, chiedo al sindaco Simone Franceschi di rispondere a questa lettera.



Premesso che in data 14 luglio 2010 le inviai una mia e-mail, al suo indirizzo di posta elettronica (sindaco@comune.roncoscrivia.ge.it ), con oggetto “ Richiesta aperta al mio sindaco Simone Franceschi”,  nella quale lettera e-mail ( che le allegherò via e-mail Pec), la invitavo a concederci un wc, dato che nel negozio dove forzatamente dimoravamo io e mia moglie a causa dello sfratto, non vi era un gabinetto, un luogo idoneo ( come si evince anche dalla Interrogazione Parlamentare n 4-08094 del 02 agosto 2012 ) per poter espletare i nostri bisogni fisiologici giornalieri in modo dignitoso e non rischioso per la nostra salute.



A distanza di anni,  non  ho  avuto nessuna risposta scritta in relazione alla suddetta richiesta;tanto premesso e riportato, ai sensi e per gli effetti dell’art. 328 del codice penale, la diffido ad evitare di rispondere ancora una volta e la invito a compiere l’atto del suo ufficio e cioè, a rispondere a questa missiva e ad esporre le ragioni per non aver risposto nei 30 giorni prestabiliti dalla Legge nonché, alle motivazioni che le hanno impedito di concedere, facilitare, questo imprescindibile diritto umano!



Se non avrò una precisa risposta nel termine di trenta giorni, essendo

Lei il legale rappresentante dell'Ente comunale preposto,

procederò a denunciarla ex art. 328 c.p. ed a costituirmi parte civile.

Mi rivolgerò inoltre ad ogni altra Autorità preposta al rispetto dei

diritti dell'uomo.



Con ossequio.



Mario Teodoro Pizzorno.



Stato: Raccomandata inviata

Numero operazione: ROL201402000045656

Data creazione: 06/02/2014 17:21

Data accettazione: 06/02/2014

Opzioni di stampa: Stampa a colori

Prezzo: 3,85 €

Numero destinatari: 1

Mittente: MARIOTEODORO PIZZORNO - CORSO ITALIA 36 - 16019 RONCO SCRIVIA (GE)

Avviso di Ricevimento:

Destinatari:





Da: Maria Pompilio  04 02 2014





Alle deputate: Alessia Morani, Micaela Campana, Alessandra Moretti, Fabrizia Giuliani, Maria Michela Marzano, Assunta Tartaglione, Chiara Gribaudo e Giuditta Pini.



 Oggetto: Risponda come Parlamentare e soprattutto in veste di donna per favore.







Ho appreso dalla televisione della vostra denuncia verso il deputato Massimo Felice De Rosa.



Sono solidale come donna con voi ma mi chiedo perché la mia denuncia contro l’assistente sociale Elena Doglio che, mi ingiuriò ( l’assistente sociale mi disse:” Fare la prostituta è un lavoro come un altro”) nel suo ufficio, mentre chiedevo aiuto per la mia grave indigenza famigliare, non ha mai avuto corso.



Probabilmente sarà ferma in qualche cassetto, mi domando perché? La vostra arriverà a fare punire il deputato De Rosa? E se si perché la mia no?



Mi sento una Cittadina di serie “B” perché non ho mezzi economici per potermi, come voi, difendere.



Ho insegnato ai miei due figli maschi il rispetto per le donne di qualsiasi estrazione sociale esse siano, purtroppo a 58 anni mi accorgo che solo se hai denaro vieni rispettato!



Una offesa ad una donna è una offesa a tutte le donne, se siamo tutte uguali cosa intendete fare affinché io ottenga, come voi, rispetto e Giustizia?







Cordialmente.







Maria Pompilio .




Rif. 1317B Per Dr.ssa Giuseppina Valente Dr. Francesco Cipri Dr. Massimo Santarelli16-feb-2014 23:50
Da:       pizzornomario@virgilio.it   (pizzornomario@virgilio.it)             
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Allegati:           
8 File Scaricali tutti   denuncia Carminati Ugo 13 a.JPG (751.8 KB);  Copia di denuncia Jacopo De Vidi 10 01 2013.JPG (550.2 KB);  Presidente Rep Magistratura 21 03 2013.JPG (289.6 KB);  Memoria Jacopo 06 03 2012 _1_.pdf (51.4 KB);  lett PM Gatti Emilio denuncia sindaco Franceschi pag 1.jpg (83 KB);  lett PM Gatti Emilio denuncia sindaco Franceschi pag 2.jpg (75 KB);  Jacopo Innocente.jpg (128.6 KB);  dich parroc e interrogazione.jpg (131.5 KB);



Oggetto Rif. 1317B del 16 02 2014



Nota: Data la complessità della nostra vicenda chiunque sia preposto Istituzionalmente alla tutela dei disabili, dei vulnerabili, dei Cittadini indigenti o della Giustizia, potrà, se vorrà, chiedermi integrazioni o qualsiasi dettaglio allo 0109350166.





Premesso che ho 58 anni e che in vita mia non mi ero mai rivolto nemmeno una sola volta alle Istituzioni Italiane per chiedere aiuti economici o di qualsiasi altro tipo, vi informo che avevo una stima esagerata per tutte le Istituzioni Italiane, e che non avrei nemmeno lontanamente immaginato che, per esempio, delle assistenti sociali potessero perfino tentare ( oltre ad aver ingiuriato, come vedremo, mia moglie) di dividere la mia famiglia!!!

In questi 4 anni di richieste, appelli alle assistenti sociali del mio distretto, al mio sindaco, a centinaia, e forse più, di preposti istituzionali, eletti, amministratori pubblici, deputati, senatori, etc, etc, sono riuscito, per la mia tenacia Ligure, ad ottenere poche cose, quasi sempre veramente inconsistenti da parte dello Stato Italiano, anche se devo ammettere che senza di quelle probabilmente la mia strada sarebbe stata ancora di più in salita.

Quindi ringrazio chi si è, in qualche modo, mosso, prodigato ( quasi sempre, salvo casi rarissimi, dallo Stato centrale di Roma, non dalla mia Liguria)  per aiutare la mia famiglia.

Un ringraziamento particolare va alla Dr. Fiammetta Landoni per la lettera che mi inviò in copia e al Giudice genovese Daniela Canepa che mi fece riallacciare il gas.



Mentre per l’aiuto ricevuto dal Vaticano la cosa è ben diversa perché il 04 di ottobre 2010, il mio parroco, mi consegnò le chiavi della casa  in cui ancora risiedo che mi permise di ricongiungermi con tutta la famiglia  e di poter continuare a lottare per i nostri diritti.

Comunque, per quanto riguarda le angherie subite, preciso che tutto partì dal secondo incontro del 02 gennaio 2010, data in cui venni ricevuto dal mio sindaco Simone Franceschi e dalla assessore alle Politiche Sociali dr.ssa Rosa Oliveri.

Segnalo che nel primo incontro avvenuto un paio di settimane prima, il mio sindaco mi ricevette stando bello seduto nella sua poltrona e non mi disse nemmeno di accomodarmi sulle due sedie vuote di fronte alla sua scrivania. Mi fece raccontare il mio disagio generale, il mio imminente sfratto, per tutto il tempo lasciandomi in piedi…!!!



Gli episodi da descrivere sono veramente tanti ma vediamo di andare in ordine cronologico e partiamo da un punto fermo, cioè quello che in 20 anni di residenza a Ronco Scrivia, come del resto per tutta la mia esistenza, non avevo chiesto niente di niente alle Istituzioni Italiane, mentre lo Stato Centrale si prese mese per mese i contributi relativi ai miei stipendi di circa 15 anni di lavoro dipendente e anche il mio comune di residenza, che da 4 anni è così ostile nei nostri confronti, ha beneficiato di parte dei mie denari :spesi in luminarie natalizie e tributi vari.

Avevo chiesto nel mese di dicembre 2009 alla assistente Elena Doglio se poteva saldare una bolletta della corrente elettrica della vecchia casa di via Roma 159 perché stava per essere tagliata per morosità ( la assistente Doglio la pagò), chiesi inoltre, pregando l’assistente di riferire al sindaco, considerato che la temperatura in quei giorni,di notte, sforava i 13 gradi sotto lo zero, se poteva assieme al sindaco rifornirmi di legna da ardere perché in casa eravamo totalmente senza riscaldamento.

Precedentemente avevo già scritto al sindaco per il taglio della legna…



In tutti i modi, il giorno 02 gennaio 2010 durante il colloquio più importante con il mio sindaco e l’assessore Rosa Oliveri, venni da entrambi rassicurato, mi promisero di contattare e gestire la morosità con la mia locatrice, di mettere in moto molte associazioni che avrebbero potuto aiutarmi; l’assessore Rosa Oliveri, mentre il sindaco annuiva, mi disse perfino “ Si scelga una casa, sa per l’eventualità, se non riuscissimo a gestire la sua locatrice…”

Ritornai a casa incredulo, ero felice, raccontai a mia moglie l’accaduto, non riuscivo a capacitarmi di così tanta intelligenza, ero veramente trasecolato.

Poi invece da li a breve nacquero i guai, la diatriba velocemente si acuì, perché la legna da riscaldamento non mi veniva consegnata ( come precisamente elencato nella Interrogazione Parlamentare 4-08094 sul mio caso ) è il freddo pungente mi fece mettere in conto di depositare una denuncia verso il mio sindaco per omissione di soccorso…

Poco prima di mettere il dito sul campanello della caserma dei Carabinieri di Ronco Scrivia, magicamente mi arrivò una telefonata sul mio telefonino, nella quale l’assistente sociale Elena Doglio mi tranquillizzò dicendomi che sarebbero arrivati 25 quintali di legna da riscaldamento…



Ne arrivarono 20, cinque quintali alla volta ma ne arrivarono 20!



In quel periodo oltre al freddo, visto che in negozio ormai non veniva quasi più nessuno, non incassavamo quasi niente e quindi soffrivamo anche dal punto di vista alimentazione; per compensare la fame, personalmente sbattevo spesso delle uova con tanto zucchero e bevevo bicchieri di acqua con molto zucchero, nella speranza di placare i morsi della fame.

Inoltre per farmi ulteriormente ascoltare, visto che il sindaco e le assistenti risultavano pressoché sorde ai miei copiosi urgenti appelli, feci, in aprile, uno sciopero della fame integrale di 184 ore filate che smisi dopo  essermi sentito male più volte. Decisi di abbandonare la protesta per non rendere irreparabile il mio stato salutare. Prima di tutto ciò passai dal medico di famiglia a pesarmi.



Nel contempo i preposti ai vulnerabili del mio comune (si nota nella 4-08094 del senatore Stefano Pedica la frase “unica fonte di sostentamento”) non pagarono una bolletta Enel da 50,00 euro circa costringendoci, dopo l’immancabile taglio della luce del nostro negozio, a perdere, inevitabilmente, molti clienti e a dover spostare  la Singer davanti alla vetrina del negozio per poter continuare a cucire a pedali, per i pochi temerari che inspiegabilmente continuavano a venire in negozio nonostante ormai di li a poco ci saremmo finiti dentro a dimorare.



Prima di essere sfrattati ( il giorno 11 maggio 2010), cercammo di farsi aiutare dai preposti comunali in tutti i modi possibili, ottenemmo dei biglietti del treno per permettere a mio figlio di finire il liceo, forse il pagamento di una seconda bolletta della vecchia casa e nulla più.

Per contro, sia la assistente Elena Doglio e la suo capo Giribaldi Maria Teresa,  si cimentarono ostinatamente per cercare di dividere la mia famiglia e ventilando ( solo l’assistente Elena Doglio) a mia moglie che avrebbero potuto toglierci il figlio. Non solo, l’assistente Elena Doglio, tentò di spaventarci dicendoci che avremmo potuto finire in un quartiere delinquenziale genovese, oppure perfino al Massoero che, non  è altro che l’Albergo dei Poveri di Genova, dove finiscono i barboni…



L’11 maggio 2010 venimmo sfrattati e gli addetti del comune che ci diedero, su mia insistenza, una mano a portare giù la mobilia, verso mezzogiorno sparirono e rimanemmo soli in mezzo alla strada con ancora alcuni mobili e molte nostre scarabattole…

Se non fosse stato per il figlio della nostra locatrice che impietosito ci aiutò con la sua automobile personale, saremmo ancora li con le  cianfrusaglie per terra. Grazie a lui invece riuscimmo a portare tutto in un magazzino che ci venne offerto gratis da una nostra compaesana.



Gentili signore e signori di Solvit (Dr.ssa Giuseppina Valente Dr. Francesco Cipri Dr. Massimo Santarelli), raccontare la nostra situazione Kafkiana non è semplice, comunque per il proseguo delle nostre vicissitudini, vi invierò un'altra mia e-mail che denominerò Rif. 1317C.



Cordialmente.



Mario Teodoro Pizzorno.





P.s Nel frattempo qui sotto appongo un elenco di riferimenti perché nel caso qualcuno di voi volesse conoscere in anticipo, velocemente, il definitivo di questa relazione, potrà chiamarmi allo 0109350166 oppure al 3337170176 in modo che a voce, anche se sommariamente, sarò più spedito.





Elenco di riferimenti:



L’assistente ci proibì di scaldarci la colazione



Perché spesero in un solo mese per mandarci al ristorante una cifra superiore alla morosità



L’assistente Elena Doglio Ingiuriò mia moglie.



Costretti a dimorare a causa di forza maggiore per 116 giorni nel nostro negozio senza servizi igienici e nostro figlio è ospite da una nostra amica.



La vicesindaco Malvasio Stefania ci ricevette sul pianerottolo del palazzo del comune…



Sparsero la voce in giro che avevo rifiutato una casa, ho anche gli sms…



Qualcuno…



Lettera professoressa Bambola episodio neve più docce coercitive



E-mail inviata al sindaco il 14 luglio 2010 alle ore 9.26



Il giorno 11 di settembre 2011 mio figlio venne indagato e poi archiviato a luglio 2012, a mio figlio non venne comunicata l’archiviazione e venimmo a saperlo casualmente a gennaio 2013, non potendo così opporsi all’archiviazione.





Nota importante: svilupperò ampiamente la vicenda del procedimento penale che era a carico di mio figlio perché, per esempio, il primo avvocato dimise il mandato, il secondo non ci restituisce la prova della calunnia, le mie denunce contro chi ci ha portato la banconota falsa a casa nostra sono ferme come le altre. E per di più vorrei capire perché forse una denuncia online non è stata ancora archiviata, possibile che in questo caso sia stato ravvisato il fumus boni iuris? E ancora scriverò sulla ragazza di Ronco Scrivia, di suo padre che diceva in giro che mio figlio andava in giro con una borsa piena di soldi falsi, la barista del campo probabilmente parte in commedia, etc, etc…




Mario Teodoro Pizzorno.

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