Qui sotto una prova inserisco ( poi magari toglierò) Rif. A e B
Rif 1317 A e B assieme 17 02 2014
Rif 1317A e B assieme 17 02 2014
Rif. 1317A Per Dr.ssa Giuseppina Valente
Dr. Francesco Cipri Dr. Massimo Santarelli15-feb-2014 19:19
Da: pizzornomario@virgilio.it (pizzornomario@virgilio.it)
A:
Allegati:
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raccomandata DEL 08 10 2012.pdf (64.9 KB);
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Ronco Scrivia ( Genova ) 15 febbraio 2014 ore
19,00 circa
Oggetto:
Rif. 1317A
Buongiorno
Dr.ssa Giuseppina Valente, Dr. Francesco Cipri, Dr. Massimo Santarelli, vi
scrivo in quanto avrei necessità di essere prima informato e poi indirizzato e
assistito verso il giusto iter che permetterà alla mia famiglia di ottenere
Giustizia per i reati commessi, a nostro discapito, da alcuni preposti
Istituzionali Italiani.
Dal
2010 sono state perpetrate varie ingiustizie contro la mia famiglia, da persone
dello Stato Italiano, purtroppo, addette alla tutela dei vulnerabili!
Tutte
le molteplici situazioni che illustrerò nel seguito di questa mia ( di cui
alcune probabilmente potrebbero configurarsi come discriminatorie ), hanno
creato, secondo me, notevoli disagi al nostro nucleo famigliare e ingenerato
soprattutto sulla mia persona un grave danno biologico, oltre a quello morale.
Tutta questa sommatoria di situazioni, questo coacervo di frangenti (che
cercherò di spiegare meglio con altre lettere e anche per telefono), hanno indubbiamente dato origine ad una serie
di disagi per tutta la nostra famiglia e per di più offeso la nostra
Reputazione, il nostro Onore.
Nella
nostra incredibile vicenda probabilmente
ci sono state delle omissioni, degli interventi tardivi, forse vessazioni,
dispetti, oltre a veri e propri reati che si potrebbero individuare nell’elenco
seguente: violazione dei diritti umani, ingiuria grave, omissione di atti di
ufficio, falso ideologico, diffamazione, calunnia e forse altri che però si
intrecciano con individui non Istituzionali.
Nel
corso di tutta la vicenda ho percepito, ho avuto la netta sensazione, in vari episodi ( mi riferisco, per esempio,
alla denuncia della moneta della barista Rivara… , al Repetto Cristhian,
all’incontro con il vicesindaco sul pianerottolo del Municipio, di quel signore
che mi telefonò…, etc, etc), che ci fosse un accordo fra più persone…
Quindi,
sarebbe importante anche valutare un ipotetico reato da art 110 c.p., perché se
in futuro, con il vostro aiuto, un Giudice dovesse sentire tutte le mie
dichiarazioni, poi incrociare gli innumerevoli vari avvenimenti, interrogare,
per esempio, il calunniatore certo di mio figlio e altri soggetti coinvolti
nella intera globale vicenda, potrebbe forse configurarsi un reato contro la
nostra famiglia effettuato da due o più persone in concorso.
Non è
certamente compito mio dirimere una situazione così complicata, io però posso
raccontare i fatti, spesso avvalorati da copiosa inconfutabile ( vi allego
denuncia contro assistente sociale Elena Doglio, e-mail inviata al sindaco
Simone Franceschi nella quale chiedevo una toilette, la Interrogazione
Parlamentare del senatore Stefano Pedica, la lettera del 08 ottobre 2012
apparentemente del mio sindaco e la mia risposta inviata con raccomandata al ex
ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri) documentazione.
Ribadisco
che la vergognosa vicenda che abbiamo dovuto subire è ( per la quale se ci
saranno gli estremi chiederò i danni a tutti coloro che con le loro azioni
avessero danneggiato la mia persona e la mia famiglia), molto complicata da
raccontare per i tantissimi episodi che probabilmente si intrecciano fra loro e
che tenterò di spiegarvi telefonicamente a voce e con una seconda mia missiva
che avrà, in oggetto, come riferimento il numero 1317B.
Nell’attesa
di un vostro gentile riscontro scritto e telefonico vi allego qui sotto due
lettere che potranno iniziare a farvi comprendere meglio, soprattutto per le
mie scarse capacità di spiegare, la complessa nostra storia.
Cordialmente.
Mario
Teodoro Pizzorno.
Contatti:
Mario Teodoro Pizzorno, nato a Genova l’11/12/1955 sono residente in Ronco
Scrivia
( C.a.p
16019) in provincia di Genova, precisamente
in Corso Italia 36 dal 06 ottobre 2010, prima ho risieduto per circa 20
anni sempre in Ronco Scrivia, però in Via Roma 159 int 3.
Tel
casa 0109350166 cell. 3337170176 e-mail : pizzornomario@virgilio.it
P.s Qui
vi allego la diffida al mio sindaco e una lettera di mia moglie Maria che
chiede Giustizia
Diffida
ad adempiere ex art. 328 c.p. comma 2
6-feb-2014
18:41
Da:
pizzornomario@virgilio.it (pizzornomario@virgilio.it)
A:
Cc:
Allegati:
2 File
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Parlamentare Pedica 408094 del 02 08 2012.jpg (78 KB); mail chiave sindaco 2010.jpeg.png (61.8 KB);
Ronco Scrivia 06 febbraio 2014
Al
Sindaco del Comune di Ronco Scrivia ( Ge) signor Simone Franceschi.
e.p.c.
Al Prefetto di Genova dott. Giovanni Balsamo
e.p.c.
Al Difensore Civico regionale dott. Francesco Lalla
Oggetto:
Diffida ad adempiere ex art. 328 c.p. comma 2
Il sottoscritto Mario Teodoro Pizzorno, nato a
Genova l’11 dicembre 1955 e residente a Ronco Scrivia in Corso Italia 36,
chiedo al sindaco Simone Franceschi di rispondere a questa lettera.
Premesso
che in data 14 luglio 2010 le inviai una mia e-mail, al suo indirizzo di posta
elettronica (sindaco@comune.roncoscrivia.ge.it ), con oggetto “ Richiesta
aperta al mio sindaco Simone Franceschi”,
nella quale lettera e-mail ( che le allegherò via e-mail Pec), la
invitavo a concederci un wc, dato che nel negozio dove forzatamente dimoravamo
io e mia moglie a causa dello sfratto, non vi era un gabinetto, un luogo idoneo
( come si evince anche dalla Interrogazione Parlamentare n 4-08094 del 02
agosto 2012 ) per poter espletare i nostri bisogni fisiologici giornalieri in
modo dignitoso e non rischioso per la nostra salute.
A
distanza di anni, non ho
avuto nessuna risposta scritta in relazione alla suddetta richiesta;tanto
premesso e riportato, ai sensi e per gli effetti dell’art. 328 del codice
penale, la diffido ad evitare di rispondere ancora una volta e la invito a
compiere l’atto del suo ufficio e cioè, a rispondere a questa missiva e ad
esporre le ragioni per non aver risposto nei 30 giorni prestabiliti dalla Legge
nonché, alle motivazioni che le hanno impedito di concedere, facilitare, questo
imprescindibile diritto umano!
Se non
avrò una precisa risposta nel termine di trenta giorni, essendo
Lei il
legale rappresentante dell'Ente comunale preposto,
procederò
a denunciarla ex art. 328 c.p. ed a costituirmi parte civile.
Mi
rivolgerò inoltre ad ogni altra Autorità preposta al rispetto dei
diritti
dell'uomo.
Con
ossequio.
Mario
Teodoro Pizzorno.
Stato:
Raccomandata inviata
Numero
operazione: ROL201402000045656
Data
creazione: 06/02/2014 17:21
Data
accettazione: 06/02/2014
Opzioni
di stampa: Stampa a colori
Prezzo:
3,85 €
Numero
destinatari: 1
Mittente:
MARIOTEODORO PIZZORNO - CORSO ITALIA 36 - 16019 RONCO SCRIVIA (GE)
Avviso
di Ricevimento:
Destinatari:
Da:
Maria Pompilio 04 02 2014
Alle
deputate: Alessia Morani, Micaela Campana, Alessandra Moretti, Fabrizia
Giuliani, Maria Michela Marzano, Assunta Tartaglione, Chiara Gribaudo e
Giuditta Pini.
Oggetto: Risponda come Parlamentare e
soprattutto in veste di donna per favore.
Ho
appreso dalla televisione della vostra denuncia verso il deputato Massimo
Felice De Rosa.
Sono
solidale come donna con voi ma mi chiedo perché la mia denuncia contro
l’assistente sociale Elena Doglio che, mi ingiuriò ( l’assistente sociale mi
disse:” Fare la prostituta è un lavoro come un altro”) nel suo ufficio, mentre
chiedevo aiuto per la mia grave indigenza famigliare, non ha mai avuto corso.
Probabilmente
sarà ferma in qualche cassetto, mi domando perché? La vostra arriverà a fare
punire il deputato De Rosa? E se si perché la mia no?
Mi sento
una Cittadina di serie “B” perché non ho mezzi economici per potermi, come voi,
difendere.
Ho
insegnato ai miei due figli maschi il rispetto per le donne di qualsiasi
estrazione sociale esse siano, purtroppo a 58 anni mi accorgo che solo se hai
denaro vieni rispettato!
Una
offesa ad una donna è una offesa a tutte le donne, se siamo tutte uguali cosa
intendete fare affinché io ottenga, come voi, rispetto e Giustizia?
Cordialmente.
Maria
Pompilio .
Rif. 1317B Per Dr.ssa Giuseppina Valente Dr.
Francesco Cipri Dr. Massimo Santarelli16-feb-2014 23:50
Da: pizzornomario@virgilio.it (pizzornomario@virgilio.it)
A: ,
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,
,
Allegati:
8 File
Scaricali tutti denuncia Carminati Ugo 13 a .JPG (751.8 KB); Copia di denuncia Jacopo De Vidi 10 01
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Oggetto Rif. 1317B del 16 02 2014
Nota: Data
la complessità della nostra vicenda chiunque sia preposto Istituzionalmente
alla tutela dei disabili, dei vulnerabili, dei Cittadini indigenti o della
Giustizia, potrà, se vorrà, chiedermi integrazioni o qualsiasi dettaglio allo
0109350166.
Premesso
che ho 58 anni e che in vita mia non mi ero mai rivolto nemmeno una sola volta
alle Istituzioni Italiane per chiedere aiuti economici o di qualsiasi altro
tipo, vi informo che avevo una stima esagerata per tutte le Istituzioni
Italiane, e che non avrei nemmeno lontanamente immaginato che, per esempio,
delle assistenti sociali potessero perfino tentare ( oltre ad aver ingiuriato,
come vedremo, mia moglie) di dividere la mia famiglia!!!
In questi 4
anni di richieste, appelli alle assistenti sociali del mio distretto, al mio
sindaco, a centinaia, e forse più, di preposti istituzionali, eletti,
amministratori pubblici, deputati, senatori, etc, etc, sono riuscito, per la
mia tenacia Ligure, ad ottenere poche cose, quasi sempre veramente inconsistenti
da parte dello Stato Italiano, anche se devo ammettere che senza di quelle
probabilmente la mia strada sarebbe stata ancora di più in salita.
Quindi
ringrazio chi si è, in qualche modo, mosso, prodigato ( quasi sempre, salvo
casi rarissimi, dallo Stato centrale di Roma, non dalla mia Liguria) per aiutare la mia famiglia.
Un
ringraziamento particolare va alla Dr. Fiammetta Landoni per la lettera che mi
inviò in copia e al Giudice genovese Daniela Canepa che mi fece riallacciare il
gas.
Mentre per l’aiuto
ricevuto dal Vaticano la cosa è ben diversa perché il 04 di ottobre 2010, il
mio parroco, mi consegnò le chiavi della casa
in cui ancora risiedo che mi permise di ricongiungermi con tutta la
famiglia e di poter continuare a lottare
per i nostri diritti.
Comunque,
per quanto riguarda le angherie subite, preciso che tutto partì dal secondo
incontro del 02 gennaio 2010, data in cui venni ricevuto dal mio sindaco Simone
Franceschi e dalla assessore alle Politiche Sociali dr.ssa Rosa Oliveri.
Segnalo che
nel primo incontro avvenuto un paio di settimane prima, il mio sindaco mi
ricevette stando bello seduto nella sua poltrona e non mi disse nemmeno di
accomodarmi sulle due sedie vuote di fronte alla sua scrivania. Mi fece
raccontare il mio disagio generale, il mio imminente sfratto, per tutto il
tempo lasciandomi in piedi…!!!
Gli episodi
da descrivere sono veramente tanti ma vediamo di andare in ordine cronologico e
partiamo da un punto fermo, cioè quello che in 20 anni di residenza a Ronco
Scrivia, come del resto per tutta la mia esistenza, non avevo chiesto niente di
niente alle Istituzioni Italiane, mentre lo Stato Centrale si prese mese per
mese i contributi relativi ai miei stipendi di circa 15 anni di lavoro
dipendente e anche il mio comune di residenza, che da 4 anni è così ostile nei
nostri confronti, ha beneficiato di parte dei mie denari :spesi in luminarie
natalizie e tributi vari.
Avevo
chiesto nel mese di dicembre 2009 alla assistente Elena Doglio se poteva
saldare una bolletta della corrente elettrica della vecchia casa di via Roma
159 perché stava per essere tagliata per morosità ( la assistente Doglio la
pagò), chiesi inoltre, pregando l’assistente di riferire al sindaco,
considerato che la temperatura in quei giorni,di notte, sforava i 13 gradi
sotto lo zero, se poteva assieme al sindaco rifornirmi di legna da ardere
perché in casa eravamo totalmente senza riscaldamento.
Precedentemente
avevo già scritto al sindaco per il taglio della legna…
In tutti i
modi, il giorno 02 gennaio 2010 durante il colloquio più importante con il mio
sindaco e l’assessore Rosa Oliveri, venni da entrambi rassicurato, mi promisero
di contattare e gestire la morosità con la mia locatrice, di mettere in moto
molte associazioni che avrebbero potuto aiutarmi; l’assessore Rosa Oliveri,
mentre il sindaco annuiva, mi disse perfino “ Si scelga una casa, sa per
l’eventualità, se non riuscissimo a gestire la sua locatrice…”
Ritornai a
casa incredulo, ero felice, raccontai a mia moglie l’accaduto, non riuscivo a
capacitarmi di così tanta intelligenza, ero veramente trasecolato.
Poi invece
da li a breve nacquero i guai, la diatriba velocemente si acuì, perché la legna
da riscaldamento non mi veniva consegnata ( come precisamente elencato nella
Interrogazione Parlamentare 4-08094 sul mio caso ) è il freddo pungente mi fece
mettere in conto di depositare una denuncia verso il mio sindaco per omissione
di soccorso…
Poco prima
di mettere il dito sul campanello della caserma dei Carabinieri di Ronco
Scrivia, magicamente mi arrivò una telefonata sul mio telefonino, nella quale
l’assistente sociale Elena Doglio mi tranquillizzò dicendomi che sarebbero
arrivati 25 quintali di legna da riscaldamento…
Ne
arrivarono 20, cinque quintali alla volta ma ne arrivarono 20!
In quel
periodo oltre al freddo, visto che in negozio ormai non veniva quasi più
nessuno, non incassavamo quasi niente e quindi soffrivamo anche dal punto di
vista alimentazione; per compensare la fame, personalmente sbattevo spesso
delle uova con tanto zucchero e bevevo bicchieri di acqua con molto zucchero,
nella speranza di placare i morsi della fame.
Inoltre per
farmi ulteriormente ascoltare, visto che il sindaco e le assistenti risultavano
pressoché sorde ai miei copiosi urgenti appelli, feci, in aprile, uno sciopero
della fame integrale di 184 ore filate che smisi dopo essermi sentito male più volte. Decisi di
abbandonare la protesta per non rendere irreparabile il mio stato salutare.
Prima di tutto ciò passai dal medico di famiglia a pesarmi.
Nel contempo
i preposti ai vulnerabili del mio comune (si nota nella 4-08094 del senatore
Stefano Pedica la frase “unica fonte di sostentamento”) non pagarono una
bolletta Enel da 50,00 euro circa costringendoci, dopo l’immancabile taglio
della luce del nostro negozio, a perdere, inevitabilmente, molti clienti e a
dover spostare la Singer davanti alla
vetrina del negozio per poter continuare a cucire a pedali, per i pochi
temerari che inspiegabilmente continuavano a venire in negozio nonostante ormai
di li a poco ci saremmo finiti dentro a dimorare.
Prima di
essere sfrattati ( il giorno 11 maggio 2010), cercammo di farsi aiutare dai
preposti comunali in tutti i modi possibili, ottenemmo dei biglietti del treno
per permettere a mio figlio di finire il liceo, forse il pagamento di una
seconda bolletta della vecchia casa e nulla più.
Per contro,
sia la assistente Elena Doglio e la suo capo Giribaldi Maria Teresa, si cimentarono ostinatamente per cercare di
dividere la mia famiglia e ventilando ( solo l’assistente Elena Doglio) a mia
moglie che avrebbero potuto toglierci il figlio. Non solo, l’assistente Elena
Doglio, tentò di spaventarci dicendoci che avremmo potuto finire in un
quartiere delinquenziale genovese, oppure perfino al Massoero che, non è altro che l’Albergo dei Poveri di Genova,
dove finiscono i barboni…
L’11 maggio
2010 venimmo sfrattati e gli addetti del comune che ci diedero, su mia
insistenza, una mano a portare giù la mobilia, verso mezzogiorno sparirono e
rimanemmo soli in mezzo alla strada con ancora alcuni mobili e molte nostre
scarabattole…
Se non
fosse stato per il figlio della nostra locatrice che impietosito ci aiutò con
la sua automobile personale, saremmo ancora li con le cianfrusaglie per terra. Grazie a lui invece
riuscimmo a portare tutto in un magazzino che ci venne offerto gratis da una
nostra compaesana.
Gentili
signore e signori di Solvit (Dr.ssa Giuseppina Valente Dr. Francesco Cipri Dr.
Massimo Santarelli), raccontare la nostra situazione Kafkiana non è semplice,
comunque per il proseguo delle nostre vicissitudini, vi invierò un'altra mia
e-mail che denominerò Rif. 1317C .
Cordialmente.
Mario
Teodoro Pizzorno.
P.s Nel
frattempo qui sotto appongo un elenco di riferimenti perché nel caso qualcuno
di voi volesse conoscere in anticipo, velocemente, il definitivo di questa
relazione, potrà chiamarmi allo 0109350166 oppure al 3337170176 in modo
che a voce, anche se sommariamente, sarò più spedito.
Elenco di
riferimenti:
L’assistente
ci proibì di scaldarci la colazione
Perché
spesero in un solo mese per mandarci al ristorante una cifra superiore alla
morosità
L’assistente
Elena Doglio Ingiuriò mia moglie.
Costretti a
dimorare a causa di forza maggiore per 116 giorni nel nostro negozio senza
servizi igienici e nostro figlio è ospite da una nostra amica.
La
vicesindaco Malvasio Stefania ci ricevette sul pianerottolo del palazzo del
comune…
Sparsero la
voce in giro che avevo rifiutato una casa, ho anche gli sms…
Qualcuno…
Lettera
professoressa Bambola episodio neve più docce coercitive
E-mail
inviata al sindaco il 14 luglio 2010 alle ore 9.26
Il giorno
11 di settembre 2011 mio figlio venne indagato e poi archiviato a luglio 2012, a mio figlio non
venne comunicata l’archiviazione e venimmo a saperlo casualmente a gennaio
2013, non potendo così opporsi all’archiviazione.
Nota
importante: svilupperò ampiamente la vicenda del procedimento penale che era a
carico di mio figlio perché, per esempio, il primo avvocato dimise il mandato,
il secondo non ci restituisce la prova della calunnia, le mie denunce contro
chi ci ha portato la banconota falsa a casa nostra sono ferme come le altre. E
per di più vorrei capire perché forse una denuncia online non è stata ancora
archiviata, possibile che in questo caso sia stato ravvisato il fumus boni
iuris? E ancora scriverò sulla ragazza di Ronco Scrivia, di suo padre che
diceva in giro che mio figlio andava in giro con una borsa piena di soldi
falsi, la barista del campo probabilmente parte in commedia, etc, etc…
Mario
Teodoro Pizzorno.
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